Le navi del futuro? A vela!

Vele di nuova generazione installate sulle navi da trasporto potrebbero contribuire a rendere più green il trasporto navale, riducendo le emissioni inquinanti. I primi esperimenti in corso.

Il futuro del trasporto marittimo potrebbe passare…. per la vela. Un’azienda inglese ha infatti recentemente sperimentato sul campo o per meglio dire, tra le onde, un nuovo tipo di vela rigida che potrebbe rivoluzionare la logistica navale.

QUANTO INQUINANO LE NAVI. Secondo l’IMO, l’ente delle Nazioni Unite che regola il settore marittimo, la quota di emissioni climalteranti imputabili al trasporto marittimo è pari al 2,7% delle emissioni totali.

Le grandi navi, sia da crociera che da carico, sono spesso molto vecchie e alimentate con combustibili particolarmente inquinanti come l’olio pesante, un derivato del petrolio poco raffinato e dal costo più contenuto rispetto al gasolio tradizionale. E ne consumano davvero tanto: una grande nave può arrivare a bruciare fino a 250.000 litri di carburante al giorno.

RITORNO AL PASSATO. L’idea di tornare alle origini della navigazione equipaggiando con un paio di vele i grandi Cargo che solcano gli oceani è venuta a Cargill, una multinazionale che si occupa (anche) di trasporto navale con sedi nei principali porti mondiali.

I tecnici dell’azienda hanno equipaggiato con due vele rigide la nave porta container Pyxis Ocean e le hanno fatto fare una traversata dalla Cina al Brasile.

Le vele alari (così vengono definite quelle rigide) sono alte circa 38 metri e sono state realizzate da Bar Technologies, azienda che lavora nel mondo delle tecnologie per la nautica sportiva e che fornisce materiali alle barche della Coppa America e ai team di Formula1. Per costruirle sono stati utilizzati gli stessi materiali impiegati sulle turbine eoliche; possono essere ripiegate quando non vengono utilizzate o quando la nave è ferma in porto. Unico neo: possono creare qualche difficoltà nelle operazioni di carico e scarico dei container. Ma la tecnologia è ancora agli inizi.

Fonte: Focus.it